En plein air
La luce, imprevedibile, che investe le statue, non sfugge mai al controllo della forma, anzi con essa si fonde e diventa lume: sui bronzi, sui marmi, sul legno, e sull’oro dei gioielli, preziose miniature monocrome.
È un lume quieto, che coglie del moto l’atto perentorio e lo sospende in una pausa interminabile; che apre l’anima alla meditazione e suggerisce muta comprensione al dialogo.
In tempi non sospetti Leonardo Lucchi ha proclamato la sua fedeltà alla figura: e per la figura, oggettivazione né distaccata né compiacente del visibile, egli ci riconduce alle immagini della mente e dell’animo, alle emozioni individuali pudicamente filtrate, trattenute direi, dalle non espressioni dei volti, dai gesti contenuti, fino al sentimento collettivo della tradizione e della fede…
Testo critico di Gustavo Cuccini